Non c'è più tempo da perdere

Aprile 2020

 

In questo periodo di emergenza Covid 19, che non sappiamo quando finirà realmente, le coppie i cui rapporti personali ed economici con i figli e tra adulti sono regolamentati da accordi  raggiunti in via negoziale o da decisioni dell’autorità  giudiziaria vedono moltiplicata l’incertezza sperimentata in via generale  da tutti.


Due soprattutto sono i profili che vengono in considerazione: la frequentazione dei figli minorenni ed il contributo al mantenimento, sia a favore di figli, minorenni e maggiorenni, che del coniuge più debole.


L’una deve confrontarsi, con impatto immediato, con i limiti allo spostamento delle persone  imposti dalle decretazione del Presidente del Consiglio dei ministri e da varie ordinanza e l’altro con le pesanti conseguenze economiche della pandemia, i cui effetti si faranno sentire in tutta la loro portata fra pochissimo e ben oltre il periodo strettamente emergenziale.


Il primo profilo si scontra pure con i dubbi interpretativi di una normativa spesso non chiara ed in continuo cambiamento e con le divergenti poche interpretazioni che di essa sono state date.


Entrambe le problematiche chiamano le persone coinvolte al massimo senso di responsabilità, come non mai prima di oggi, a fronte dei valori in discussione e alla grandezza del rischio.


Se questo momento è complesso ed eccezionale per tutti, per una famiglia separata lo è maggiormente perché più alte sono le possibilità di conflitto che le suddette problematiche  potrebbero innescare e, nella maggior parte dei casi, minore è la tenuta dei rapporti per affrontarlo.

Ma oggi, più che mai, è cruciale che il potenziale conflitto derivante da punti di vista diversi venga gestito con il massimo senso di responsabilità per evitare che tutta quanta la famiglia separata venga travolta da questa onda atipica.

È come  se quella famiglia si ritrovasse oggi riunita su una zattera in mare aperto, nel bel mezzo di una tempesta di forza eccezionale. La sopravvivenza di tutti coloro che sono attaccati a quell’unica, fragile, base comune dipenderà dalla capacità di aiutarsi l’uno con l’altro, dalla preoccupazione reciproca di mettere in salvo la vita dell’altro insieme alla propria.

All’interno di quell’unica barca in cui il mondo intero, talora non del tutto consapevole, sta affrontando la battaglia per la sopravvivenza, ciascun nucleo familiare sfida a sua volta il mare per la propria salvezza, senza possibilità di esclusione di quelli separati.


La distrazione di un attimo dall’affrontare il nemico comune, il mare in tempesta, litigando chi debba far cosa produrrà nella maggior parte dei casi il naufragio di tutti e la zattera si rivelerà un sostegno troppo debole per portare in salvo ciascuno di loro.


Al contrario, se durante la tempesta le risorse verranno divise secondo le  effettive disponibilità e la necessità di ognuno,  se verranno organizzati turni appropriati di riposo e di veglia,  se verranno condivise tempestivamente le decisioni, come sa fare un equipaggio che funzioni all’unisono con l’unico obiettivo di portare in salvo tutti coloro che sono a bordo, sarà più probabile raggiungere la riva. La caduta in mare di uno renderà molto meno probabile toccare terra da parte di tutti gli altri.

Oggi è il tempo dell’essenziale, della verità e della collaborazione.

Non c’è più tempo da perdere.